SIBEG srl ha scelto “Close-to-me” di Partitalia all’interno dello stabilimento di Catania e di quello CCBS di Tirana parte dello stesso gruppo. Abbiamo intervistato Gaetano Russo, Procurement Manager di S.I.BE.G. srl.

Intervista a Gaetano Russo, Procurement Manager Sibeg

G. Russo vicino all'insegna di cocacola e sibegG. Russo vicino all'insegna di cocacola e sibeg

Di cosa si occupa S.I.BE.G. srl?

«SIBEG srl è dal 1960 la società di imbottigliamento di bevande a marchio “The Coca-Cola Company” nel territorio siciliano. Oggi l’azienda ha 350 dipendenti sul sito di Catania, da cui partono quotidianamente tra i 30 e i 100 autotreni di bevande distribuite in tutta la Sicilia, in oltre 30mila punti vendita. La struttura catanese ospita l’headquarter con gli uffici e lo stabilimento produttivo, all’interno del quale sono presenti sei linee di imbottigliamento, che ci permettono di produrre tutti i formati: dalle lattine al vetro, dal PET agli impianti alla spina.

SIBEG srl oggi in Sicilia non è solo sinonimo di Coca-Cola, ma anche di sostenibilità. È un’azienda molto attenta all’impatto della propria produzione sull’ambiente circostante. Per questo porta avanti diverse azioni a favore della riduzione dell’impatto ecologico ed è un’azienda total green energy: nel 2016 ha stipulato con Enel un accordo per cui tutta l’energia elettrica utile alla produzione deriva da fonti rinnovabili al 100%. In aggiunta, sui tetti dello stabilimento di Catania è stato installato un impianto fotovoltaico di 189 kilowatt, che fornisce il 10% dell’energia relativa al nostro fabbisogno energetico.

Inoltre abbiamo ideato e sviluppato il Green Mobility project: un progetto molto importante nato nel 2015, con cui Sibeg si è resa l’azienda con la più grande flotta di veicoli totalmente elettrici in Europa. Con circa 110 vetture totalmente elettriche in dotazione ai nostri Sales Executive, alla nostra forza Field sul campo, ogni anno, 363 tonnellate di Co₂ vengono risparmiate e non immesse nell’aria: ciò equivale quasi alla quantità di Co₂ assorbita da 27mila alberi, che corrispondono a un bosco grande come 34 campi di calcio! Infine nel 2020 abbiamo installato un trigeneratore, per produrre il 45% dell’intero fabbisogno di energia elettrica dello stabilimento. In questo modo risparmieremo altra Co₂».

Logo di Cocacola e sibegLogo di Cocacola e sibeg

Come siete entrati in contatto con Partitalia?

«Siamo entrati in contatto con Partitalia in maniera assolutamente fortuita. Nel mese di marzo, durante il picco dell’emergenza da Covid-19, in azienda è stata istituita una task force per mettere in piedi le misure di sicurezza adeguate, tra le quali era necessario implementare un sistema che ci aiutasse a mantenere il distanziamento sociale. Abbiamo quindi fatto una ricerca su ogni canale possibile: uno dei nostri colleghi, responsabile del reparto IT, guardando sul web, si è imbattuto in una delle pubblicazioni di Partitalia e lo ha subito comunicato. Da lì li abbiamo contattati ed è nata una cooperazione che ci ha portato alla scelta, tra i diversi player del settore, di Partitalia e del suo dispositivo “Close-to-me”».

Come mai avete scelto “Close-to-me”?

«I motivi della scelta di “Close-to-me”, rispetto agli altri dispositivi di aziende concorrenti, sono stati molteplici. Un ruolo fondamentale lo ha giocato sicuramente l’approccio della persona di Partitalia che ci ha seguito: è stata molto collaborativa e si è creata subito una sinergia. Ha fatto in modo di recepire i nostri bisogni, portarli a casa e poi proporci le soluzioni più adeguate, su misura.

Noi avevamo bisogno di un dispositivo semplice ma efficace, di qualcosa che ricordasse a tutti i dipendenti, a tutte le persone che transitano sul nostro sito di tenere una distanza di un metro e mezzo/due metri. Ci serviva qualcosa che non fosse pesante da indossare, un dispositivo non invasivo in termini acustici, ma che facesse comunque questo mestiere. Soprattutto, avevamo bisogno anche di un software che potesse eseguire una rapida reportistica dei contatti di un dispositivo con un altro, quindi ricostruire la storia dei contattisoprattutto nel caso in cui si verifichi l’esistenza di un caso positivo al Covid.

“Close-to-me” è un dispositivo piccolo, che si può portare al collo tutto il giorno e non dà fastidio. Acusticamente ci avverte quando si entra in contatto con un altro dispositivo, ma senza recare inquinamento sonoro importante. Inoltre, è collegato con un software, tramite cui possiamo scaricare tutta la storia di ogni dispositivo con cui si è entrati a contatto a meno di un metro e mezzo. Queste sono le caratteristiche vincenti di “Close-to-me” rispetto ad altri dispositivi sul mercato, che sono più grandi, utilizzano tecnologie talvolta più avanzate, ma che non erano necessarie per l’utilizzo che ne dobbiamo fare noi. In ultimo, non meno importante, il costo contenuto di questo dispositivo rispetto a tutti gli altri competitor sul mercato. Il livello di prezzo è sicuramente vantaggioso rispetto ad altri dispositivi con cui ci siamo confrontati. Quindi abbiamo testato il device per un paio di settimane, chiedendo dei campioni che ci sono stati subito consegnati. Abbiamo scelto questi dispositivi sia per lo stabilimento S.I.BE.G. di Catania, sia per il plant in Albania, a Tirana, che è un altro imbottigliatore “Coca-Cola” facente parte dello stesso gruppo».

Persone praticando distanziamento socialePersone praticando distanziamento sociale

Quanti dispositivi state utilizzando? Come vi state trovando? Avete qualche altro numero?

«In totale, abbiamo acquistato 300 dispositivi “Close-to-me” per quanto riguarda lo stabilimento di Catania, e circa 250  in Albania. 

Attualmente in SIBEG Catania ne utilizziamo 200 per i nostri dipendenti, a ognuno dei quali è stato associato un dispositivo personale, che portiamo sempre dietro con noi, accendiamo quando entriamo in stabilimento e spegniamo quando usciamo. I 100 restanti sono utilizzati per tutte le persone esterne che accedono allo stabilimento e che prima di entrarvi devono indossare il dispositivo, accenderlo e riconsegnarlo quando vanno via.

Ci troviamo bene, nel senso che il dispositivo fa assolutamente il lavoro per cui è nato, avvertendoci quando la distanza tra due persone si riduce più di un metro e mezzo».

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