Rilevazione del peso e del volume nella raccolta puntuale rfid dei rifiuti: pro e contro dei due metodi di misurazione.
Nel processo della raccolta puntuale, “la misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti si ottiene determinando, come requisito minimo, il peso o il volume della quantità di RUR conferito da ciascuna utenza al servizio pubblico di gestione dei rifiuti”, come definito dall’articolo 4 del D.M. del 20 aprile 2017 sulla tariffa puntuale. Ancora, l’articolo 6 del decreto stabilisce che “la misurazione della quantità di rifiuto conferito avviene mediante pesatura diretta, con rilevazione del peso, o indiretta mediante la rilevazione del volume dei rifiuti conferiti da ciascuna utenza e può essere:
a) effettuata a bordo dell’automezzo che svolge la raccolta, attraverso l’identificazione del contenitore o del sacco;
b) effettuata da un dispositivo in dotazione all’operatore addetto alla raccolta attraverso l’identificazione del contenitore o del sacco;
c) integrata nel contenitore adibito alla raccolta;
d) effettuata presso un centro di raccolta”.
In particolare:
- “Nei casi di pesatura diretta, la quantità di rifiuti, per frazione di rifiuto oggetto di misurazione prodotta dalla singola utenza (RIFut), è calcolata come sommatoria delle registrazioni del peso conferito (PESconf) per ciascuna utenza espresso in chilogrammi”. La rilevazione del peso del RUR (rifiuto urbano residuo) viene effettuata mediante bilance omologate o sistemi elettronici/computerizzati di pesatura su elevatori, installati a bordo del camion per la raccolta.
- “Nei casi di pesatura indiretta il volume dei rifiuti conferito è determinato dalle dimensioni del contenitore esposto dall’utente o dalla capacità del sacco conferito ovvero ritirato dall’utente oppure dalla dimensione dell’apertura di conferimento dei contenitori con limitatore volumetrico”. Inoltre, “la quantità di rifiuto per le frazioni di riferimento, prodotta dall’utenza (RIFut), può essere calcolata anche come sommatoria del prodotto del volume espresso in litri del contenitore conferito per lo svuotamento, o del sacco ritirato o del volume accessibile nel caso di contenitore con limitatore volumetrico, moltiplicato per il coefficiente di peso specifico (Kpeso)”. Per determinarne il volume dell’indifferenziato conferito, il comune distribuisce agli utenti sacchetti o bidoni che hanno una capacità predefinita, ad es. un sacco da 50 litri o un bidoncino da 30, a cui corrisponde una quantità di indifferenziato che è fissa, ha un coefficiente volumetrico definito: per fare alcuni esempi, un contenitore di una determinata capacità può contenere 5, 10, 15 kg di rifiuti. Viene, quindi, identificato e contabilizzato il numero di svuotamenti del mastello, oppure il numero di conferimenti dei sacchi da parte dell’utenza; tale operazione è svolta attraverso la lettura di un tag RFID posto sul sacco o sul bidone, mediante un dispositivo fisso montato sul mezzo, oppure un sistema indossato dall’operatore.
Pesatura diretta vs pesatura indiretta: confronto tra i due metodi per la misurazione puntuale
Per valutare i pro e contro dei due metodi per la misurazione dell’indifferenziato, conferito dall’utenza nella raccolta puntuale, occorre confrontare la pesatura diretta e quella indiretta (calcolo volumetrico) tenendo conto di alcuni elementi fondamentali:
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Installazione sul mezzo
Installare una bilancia o un sistema elettronico di pesatura a bordo del camion per la raccolta richiede tempi lunghi, mentre per l’antenna fissa sul mezzo sono sufficienti un paio d’ore. Le bilance hanno bisogno di una continua e notevole manutenzione e di essere ritarate di frequente, ogni tot. di pesate, altrimenti accumulano errore; per l’antenna, invece, la manutenzione è ridotta e non serve ritararle. L’elettronica dei sistemi di pesatura è estremamente complessa, contrariamente a quella per l’RFID, che è molto semplice. Infine, la presa e gestione – ovvero il modo in cui il sacco viene lanciato o il mastello svuotato all’interno del mezzo – per la pesatura diretta consiste nel sollevamento meccanico del bidone ed è un processo lento; per quella indiretta avviene lanciando il sacchetto o svuotando il bidoncino ed è più veloce.
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Installazione sull’operatore
È impossibile installare un sistema di pesatura sull’operatore, mentre installare un sistema di rilevamento del volume sull’uomo non soltanto è possibile, ma è semplice e veloce.
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Cassonetto stradale
I cassonetti con la bilancia integrata per la pesatura sono costosissimi, e di conseguenza soggetti ai furti, hanno bisogno di una manutenzione continua e di ritarature frequenti, oltre ad avere un’elettronica complessa; per il calcolo volumetrico dell’RSU il cassonetto non presenta alcuna bilancia, pertanto per il contenitore per l’indifferenziato la manutenzione è ridotta e la ritaratura non è necessaria. Anche nei cassonetti ad accesso controllato l’elettronica non è complicata, poiché la calotta superiore si apre con un badge o una card per l’identificazione dell’utente, e il coefficiente volumetrico del rifiuto è noto.
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Ricicleria/piattaforma ecologica
Le riciclerie, isole o piattaforme ecologiche sono aree attrezzate dove è possibile conferire i rifiuti differenziati che non rientrano nel normale ciclo di raccolta, come ingombranti, elettrodomestici, rifiuti elettronici, sfalci d’erba, cassette di legno e così via. Esistono piattaforme ecologiche attrezzate per la pesatura con celle di carico posizionate sotto i container per la raccolta, ma sono costose e complicate da installare; più facile è calcolare il volume del materiale, per es. il legno, a partire dal suo coefficiente volumetrico, che è predefinito.
Di conseguenza, il metodo di pesatura più efficiente è quello indiretto, ovvero il calcolo volumetrico
Per la misurazione puntuale dell’indifferenziato, la rilevazione diretta del peso rappresenta sicuramente il metodo più preciso, ma è un processo macchinoso e richiede costi troppo elevati sia per l’allestimento che per la manutenzione dei sistemi di pesatura.
Il calcolo volumetrico è meno preciso rispetto alla pesatura diretta, ma è il metodo più efficiente, perché presenta vantaggi di processo, è veloce ed economico. I piccoli errori di pesatura sono compensati dai modelli di calcolo sempre più puntuali.
Calcolo volumetrico e contenitori per la raccolta: sacco vs bidone
Se un comune che attua la raccolta puntuale rfid sceglie il calcolo volumetrico per la misurazione dell’RSU, dovrà preferire il sacco o il bidone? Entrambe le tipologie di contenitore presentano pro e contro, da valutare in base a parametri come il costo, la distribuzione, la velocità di raccolta e la durata del tag RFID:
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Sacco
Il sacchetto ha un costo davvero basso, in media di 15 centesimi, ma il suo impatto finanziario è alto: utilizzandone uno a settimana, infatti, avrà un costo annuale di 7,8 euro (0,15 cent. x 52 settimane). La distribuzione dei rotoli di sacchetti può essere effettuata tramite vending machine; la raccolta del sacco è più veloce, soprattutto se l’operatore ne prende in mano fino a quattro o cinque alla volta e li lancia tutti insieme nel cassone del camion, ma la presa simultanea non è compatibile con la lettura del tag RFID per la tariffazione puntuale. Non è raro vedere per le strade cumuli di sacchetti, che influiscono negativamente sulla pulizia e il decoro della città. Minore, infine, è la durata del tag RFID, che è legata alla vita breve del sacchetto.
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Bidone
Il bidone dotato di tag RFID ha un costo iniziale di 4 o 5 euro, molto più elevato del sacchetto, ma può durare fino a 6 o 7 anni, venendo a costare poco più di 1 euro l’anno. La distribuzione dei bidoncini è più complessa, ma vista la lunga durata del contenitore ha una frequenza ridotta. Lo svuotamento del bidone – che presuppone che l’operatore raccolga un contenitore alla volta e ne riversi il contenuto all’interno del cassone – è un processo meno rapido, ma più accurato. Le file di bidoncini allineati garantiscono maggiore ordine e pulizia per l’ambiente urbano. Sul bidone vengono attaccati tag RFID rigidi particolarmente resistenti, che durano a lungo, tanto quanto il contenitore.
La scelta migliore è un sistema misto
Per l’indifferenziato, il materiale su cui viene calcolata la tariffa puntuale, la scelta del sacchetto permette di stabilirne facilmente il contenuto, verificando se l’utente ha differenziato correttamente, ma il sacco è più delicato e soggetto a rompersi durante il lancio; il bidone, d’altra parte, non permette di guardare il contenuto all’interno ma è di gran lunga più resistente. Per quanto riguarda le altre frazioni, il contenitore è assolutamente necessario per l’umido, per motivi di igiene – il sacco si decompone con il caldo, si rovina con la pioggia ed è soggetto agli attacchi degli animali randagi – ed è consigliato per il vetro, che è pesante, si scheggia e messo in un sacchetto può romperlo o tagliarlo.
Per la plastica è più opportuno l’utilizzo del sacco, che essendo dello stesso materiale viene gettato insieme al contenuto; dal momento che la plastica è voluminosa, messa in un bidone renderebbe difficoltose le operazioni di movimentazione e stoccaggio.
La scelta del contenitore più adeguato dipende dal materiale raccolto, dalle caratteristiche del comune in cui è attuata la raccolta puntuale, dalla tipologia di utenze, dal numero di operatori impiegati. Un sistema misto riesce a rispondere sicuramente meglio alle diverse esigenze presenti in un territorio.